Ansia generalizzata
L’Ansia Generalizzata si differenzia descrittivamente dall’ansia fobica e dall’ansia panica. L’ansia generalizzatra è contrassegnata dalla presenza di un’ansia liberamente fluttuante (e non legata a questa , o a quella, situazione) che ha dimensioni cliniche diverse, pregnanza sintomatologica diversa, e che tende a dilagare nel corso del tempo: riempiendo di sé ogni attività quotidiana e compromettendo, almeno in alcuni casi, il lavoro professionale. Come una nube oscura e volubilel’ansia plana sull’esistenza: torturandola e facendola soffrire, e immergendola nel vortice di possilità spezzate: da un futuro che, non ancora realizzato, già incombe sull’orizzonte temporale con la sua parabola agonica e il suo sacco mortale.
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L’ansia costituisce, qui, un Leitmotiv: come un’esperienza possibile in ogni momento della giornata e in ogni situazione: come un’ansia di attesa che anticipa gli eventi, certo, e li risucchia in un movimento senza fine. Ogni cosa, ogni esperienza e ogni incontro con l’altro-da-sé, è oscurata e sopraffatta dall’ombra straziante dell’ansia che toglie la speranza (anticipa, spegnendo, il futuro) e amplifica la sofferenza. Anche in questa forma d’ansia, benchè con più sfumata intensità che non nell’ansia fobica e nell’ansia panica, si manifestano controrisonanze somatiche: sensazioni veriginose si accompagnano a battiti cardiaci accellerati, tremori a stanchezza e a disturbi del respiro. La connotazione clinica paradigmatica di queste condizioni d’ansia generalizzata sta nel suo essere continuamente presente alla cosienza dei pazienti (delle pazienti) e nel suo estendersi nel temp: sia pure con basse e alte maree emozionali; e questo a differenza dell’ansia fobica e dell’ansia panica che hanno forme d’espressione tendenzialmente acute.
(E. Borgna, le figure dell’ansia, 2005, Feltrinelli)
L’ansia nasce come risposta a condizioni di stress: quando l’uomo vive situazioni particolarmente pesanti sotto il profilo emotivo, cognitivo e personale (stress) questo stato funge da anticipatore di una possibile situazione di pericolo. Ciò favorisce, nell’individuo, il manifestarsi di alcune emozioni, come l’ansia appunto, che hanno una duplice funzione: da un lato tendono a favorire la comprensione del tipo di pericolo (anticipato dallo stato di stress), dall’altro preparano la persona a fuggire da questo.
In questo modo l’uomo attraverso il meccanismo dell’ansia tende a proteggersi da ciò che, nel mondo esterno, vive come minaccioso, e nel contempo si prepara ad affrontare l’ambiente che lo circonda. La sua funzione è quindi quella di aumentare il livello di attenzione e di vigilanza, come fosse un allarme. In alcune persone questo allarme “suona” anche per un non nulla e queste vivono in uno stato di allerta e di emergenza continua.
Tuttavia non tutte le forme di ansia si limitano a questa dimensione che potremmo definire “adattiva” (o di sopravvivenza): può infatti accadere che l’essere umano sviluppi forme di evitamento verso situazioni non effettivamente pericolose. Ecco allora che l’ansia passa da meccanismo naturale a vero e proprio disturbo psichico che, lungi dal favorire l’adattamento dell’uomo con l’ambiente, tende ad alimentare “percezioni disfunzionali” della realtà. Le persone che soffrono d’ansia vivono quella che si definisce un’angoscia anticipatoria, ossia una condizione psicologica di attesa, di paura e di aspettativa di situazioni negative e tragiche, che porta ad un’alterazione nella percezione della realtà e dell’ambiente circostante. Ecco allora che la compagna fedele dell’ansia diventa la vergogna. E’ proprio la vergogna ad alimentare nell’ansioso i comportamenti evitanti: chi soffre d’ansia cerca in ogni modo di nasconderla agli altri, e la strategia migliore in questo senso è quella di evitare il più possibile tutte quelle situazioni che potrebbero far perdere il controllo sui propri sintomi, attirando l’attenzione degli altri sulla propria fragilità.
L’ansia è’ parente stretta della paura da un punto di vista fisiologico: ansia e paura si manifestano attraverso gli stessi sintomi fisici (ad es. tachicardia, sudorazione, ecc.), ed entrambe rappresentano la reazione dell’individuo di fronte ad una minaccia. Ma c’è una differenza sostanziale tra ansia e paura:
la paura è una reazione emotiva ad un pericolo reale
l’ansia è una reazione emotiva ad un pericolo percepito, non così ovvio agli occhi degli altri
Una scossa di terremoto determina nella maggior parte delle persone una reazione di paura, mentre solo un ansioso si potrebbe sentire a disagio al supermercato.
Accade di frequente che un persona che soffre di un disturbo d’ansia manifesti anche sintomi considerati parte di un altro disturbo d’ansia; in questo caso si parla di comorbilità. Ciò dipende da due fattori: innanzitutto dal fatto che i sintomi che rientrano in questa categoria di disturbi non sono completamente specifici; per esempio i segni somatici dell’ansia (sudorazione, battito cardiaco accelerato ecc.) sono comuni sia al disturbo di panico, sia a quello d’ansia generalizzato che al disturbo post-traumatico da stress. In secondo luogo, le teorie correnti circa l’origine dei disturbi d’ansia sono applicabili a più di un disturbo; è stato proposto, per esempio, che l’incapacità di controllare i fattori di stress in cui ci si imbatte sia un aspetto importante nell’origine sia delle fobie che del disturbo d’ansia generalizzato.
DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO (GAD)
I criteri diagnostici per il Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD) secondo il DSM-IV-TR* sono i seguenti:
A. Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche).
B.La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione.
C.L’ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi).
Nota: Nei bambini è richiesto solo un item.
1.irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle
2.facile affaticabilità
3.difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
4.irritabilità
5.tensione muscolare
6.alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o sonno inquieto e insoddisfacente).
D.L’oggetto dell’ansia e della preoccupazione non è limitato alle caratteristiche di un disturbo in Asse I, per es., l’ansia o la preoccupazione non riguardano l’avere un Attacco di Panico (come nel Disturbo di Panico, Senza Agorafobia e Con Agorafobia), rimanere imbarazzati in pubblico (come nella Fobia Sociale), essere contaminati (come nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo), essere lontani da casa o dai parenti stretti (come nel Disturbo d’Ansia di Separazione), prendere peso (come nell’Anoressia Nervosa), avere molteplici fastidi fisici (come nel Disturbo di Somatizzazione), o avere una grave malattia (come nell’Ipocondria) e l’ansia e la preoccupazione non si manifestano esclusivamente durante un Disturbo Post-traumatico da Stress.
E.L’ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
F.L’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo) e non si manifesta esclusivamente durante un Disturbo dell’Umore, un Disturbo Psicotico o un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo.
*American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano.